“la fedeltà (o del primo amore)”

Si terrà questa domenica, 23 gennaio 2011, il seminario di Costellazioni Familiari “Fedeltà (o del primo amore)”, proposto dall’Associazione RuYi.

Eccovi un’anticipazione del tema che verrà trattato, utile sia a chi parteciparerà ma anche e soprattutto per coloro che non ci saranno.


La fedeltà è parte essenziale dell’amore.

E’ una delle componenti di quella cecità di cui l’amore ha bisogno, perché il legame, che l’amore crea, si possa realizzare.

La prima fedeltà è quella che, tramite i nostri genitori, ci tiene uniti al nostro sistema d’origine. Si tratta di un sentimento molto forte. Se ciò non appare, è perché si esercita nei confronti dei sentimenti profondi di cui i nostri genitori sono portatori e questi spesso rimangono inespressi. La fedeltà ordina storicamente i legami affettivi: i precedenti sono più forti dei successivi. Ma onorando il legame che precede, ci possiamo aprire ad un nuovo sentimento ancora più grande.

Che la fedeltà di coppia sia in relazione con quella che ci lega ai genitori si può vedere in molti modi. Ad esempio, la gelosia cieca nei confronti del partner nasconde la paura, vissuta nella famiglia d’origine, che un genitore non voglia vivere. Oppure, se la fedeltà coniugale entra in conflitto con quella che ci collega al nostro sistema d’origine, di solito la prima andrà in crisi. O anche, se nella relazione con un partner si crea un rapporto genitore-figlio, allora, chi si trova nella parte del figlio, si sentirà autorizzato a cercare un’altra relazione. Se, infine, chiediamo al partner l’amore che crediamo di non aver ricevuto da un genitore, la coppia tenderà ad esaurirsi.

Cosa vuol dire veramente essere fedeli? Vuol dire comportarsi come l’altro vorrebbe? Comportarci come da bambini ci è sembrato che i nostri genitori ci chiedessero? Oppure, vista l’inutilità dei nostri sforzi, ribellarci a queste richieste così pressanti, come facciamo da adolescenti? Il bambino e l’adolescente che sono in noi pensano così.

L’adulto, invece, sa che probabilmente non potrà scostarsi di molto dalla traccia da cui ha preso le mosse la sua vicenda umana, ma tenterà ugualmente di saggiarne i limiti effettivi. Proprio perché è fedele, onora le mancanze che i suoi genitori hanno sopportato e i pesi che essi hanno a loro volta ereditato. Ringraziando il suo sistema per la vita che ha ricevuto e per l’eredità che gli ha tramandato, per quanto intrisa di difficoltà, cercherà una sua propria strada. Le mancanze, che per il bambino sono impedimenti e per l’adolescente ostacoli, per l’adulto diventano strumenti.

La fedeltà è solo una parte dell’amore (e della fede). La fedeltà che riconosce la propria forza genera la fiducia. La fedeltà è per l’altro, è un patto di reciprocità che stabilisce un’eguaglianza fra i contraenti, per esempio nel matrimonio. E’ una cosa molto importante, ma non è sufficiente a creare una relazione stabile. La fiducia, invece, è fiducia in sé. Dato che la fiducia in noi stessi è fiducia in ciò che abbiamo ricevuto dai genitori, essa diventa fiducia nell’altro. Non c’è vera fedeltà senza fiducia. Se la fedeltà resta una pretesa, ci sembra di andare verso l’altro e invece guardiamo solo alle nostre mancanze. Se la fedeltà produce la fiducia in ciò che abbiamo, non avremo timore di chiedere e offrire una relazione affettiva rispettosa e appagante.


Mediatore: dott. Stefano Saviotti

Accompagnatrice: dott.ssa Diana Marchesi

Data: domenica 23 gennaio 2011

Orario: ore 9.00 iscrizione, ore 9.30 inizio, ore 13.00 pausa pranzo,

ore 15.00 ripresa, ore 18.30 conclusione

Luogo: CSAPSA via S.Maria Maggiore, 1 Bologna

Costo: € 70.00 (coppie € 120.00, bambini e adolescenti gratis)

più tessera associativa RuYi € 10.00

Agevolazioni: studenti e pensionati sconto 10%

Informazioni ed iscrizioni: mail: info@ruyi.it, sito: www.ruyi.it

tel. 051477982 – 3386002461(Alessandra)


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